Once in a lifetime: Rinus Michels

Il 9 febbraio 1928 nasce ad Amsterdam Marinus Jacobus Hendricus Michels, di professione calciatore e allenatore. Nonostante una straordinaria carriera di calciatore trascorsa indossando sempre e solo la magica maglia biancorossa dei Lancieri, il calcio e la sua affascinante storia sono estremamente grati a Rinus per aver resistito, all’indomani del ritiro, alle lusinghe di una seria e decorosa professione distante dall’illusorio mondo del pallone e per essersi, invece, cocciutamente seduto in panchina ad allenare. Perchè Rinus Michels divenne negli anni settanta il padre indiscusso del “calcio totale”, il principale ispiratore della soft revolution dei tulipani, quella che mise al centro di tutto l’uomo, il calciatore, la sua velocità, la sua forza e la sua fantasia. Ma, come spesso accade in tutte le innovazioni dirompenti che mutano il corso delle cose, Michels non fece tutto da solo. Il calcio olandese tra i cinquanta e i sessanta non era niente di speciale, ma sotto una patina di ordinaria normalità qualcosa in realtà si stava muovendo. Merito di due signori inglesi, Jack Reynolds e Vic Buckingham, che dalla panchina dell’Ajax suggerirono a Rinus e a tutto quell’ambiente di cambiare mentalità, di attaccare per difendere, di curare la tecnica individuale e il controllo palla per mantenerne il possesso, per non farla vedere all’avversario, per farla girare velocemente con passaggi filtranti e precisi. Rinus parte proprio da lì. Mette assieme quei consigli, il grande calcio giocato dall’Austria negli anni trenta e dall’Ungheria nei cinquanta e chiede ai suoi giovani talenti di rovesciare ogni schema e ogni rigidità con un unico obiettivo: controllare il terreno di gioco. Il calcio totale si basa su pochi e semplici principi che hanno a che fare con lo spazio e la sua profondità, e cioè che i ruoli si possano rapidamente scambiare e che il campo si divida in zone da presidiare con un pressing asfissiante e con un movimento corale a salire per mettere regolarmente in fuorigioco gli avanti avversari. Ma, in realtà, alla base del “calcio totale” c’è di più, c’è la qualità del rapporto tra i giocatori, quello che oggi tutti chiamano la forza del collettivo, perchè tra di loro deve esistere fiducia, spirito di sacrificio e solidarietà. Perchè se sei sempre in movimento, se lasci il tuo settore di gioco, se mantieni a lungo il possesso palla, se pressi, ti devi fidarti dei tuoi compagni perchè solo loro potranno aiutarti e coprirti. All’inizio Rinus deve registrare i meccanismi e rimedia qualche sonora lezione, come il 4 a 1 buscato dal Milan di Rocco in finale di Coppa dei Campioni nel 1969, ma poi comincia a vincere e non si ferma più. Nei sei anni in cui siede sulla panchina dell’Ajax, dal 1965 al 1971, Michels vince 4 titoli e una Coppa dei Campioni prima di passare al Barcellona, dove conquista un altro titolo. Con la nazionale oranje Rinus sfiorerà inoltre il Campionato del Mondo tedesco del 1974 vincendo poi il titolo europeo nel 1988. Nonostante lo chiamassero “il Generale” per via dello stile autorevole e deciso, Michels fu sempre benvoluto da tutti i giocatori che allenò. A loro si ostinava a suggerire di non cercare la gloria, ma di fare solo le cose nel miglior modo possibile, perchè, come diceva il suo giovane discepolo Johan Cruyff, “il calcio deve essere sempre giocato nel modo più bello e piacevole possibile”.